Sabato 12 luglio 2014
DANIO MANFREDINI, Vocazione, <Supercinema>, ore 19.30. (1h 25’)
Ridi pagliaccio. Per cominciare.
Un vecchietto sorridente. Dopo trent’anni deve rifare Lear.
Aspetta il direttore del teatro.
Godot?
Meta-teatro. Creare comunità attraverso significati condivisi.
Mariangela Gualtieri in mezzo agli ululati.
Video e musica rock. Due figure con giubbotti di pelle e mani in tasca. Ginger e Fred di periferia.
Video: due persone lottano in strada.
Maschera, parrucca bionda, cappotto nero, borsa. Si prepara lentamente, a vista, e arrivano Čechov e il suo Gabbiano.
Vincenzo Del Prete entra e sta lì. Equilibra senza far nulla: perizia della composizione.
Stop e sincroni perfetti.
4.48 Psychosis, Sarah Kane.
«Fai l’artista! Fai gli spettacoli! Ma a cosa serve fare gli spettacoli? A niente!»
Danio Manfredini e la madre morta.
Altri cambi di costume a vista.
«Il destino dolcissimo e terribile di non potere finire mai»: questa è bellissima.
CRISTINA RIZZO, BoleroEffect, <Spazio Saigi>, ore 22.30 (1h)
Un dj. Progressivamente ballicchiante.
Suoni sintetici, onde hawaiane/elettriche nel corpo.
Due figure pervicacemente affiancate.
Scatti, frammenti, segmenti.
Annamaria Ajmone ha un movimento pieno, intero, esteriore. Cristina Rizzo: gesti svuotati, fantasmi di gesti. Arrivano da chissà dove.
Musica accattivante: cita la discoteca, la tv, la spiaggia. “Cita”: la inserisce in un proprio discorso.
Quando le due figure si spostano nello spazio sottolineano luoghi diversi. Ce li fanno vedere attraverso la danza.
Progressivamente si sporcano con il pavimento: le mani, i pantaloni.
Spesso in sincrono.
Reiterazione, con e senza musica.
Alla fine: entusiasmo da stadio. Io non lo so, ci devo pensare.
MICHELE PASCARELLA