Alcune annotazioni, sparse e intenzionalmente frammentarie, così come sono state scritte sul nostro taccuino durante gli spettacoli.
Venerdì 11 luglio 2014
FABRIZIO FAVALE LE SUPPLICI, Orbita, <Spazio Saigi>, ore 19.00 (1h)
Silenzio, poi rumore indistinto.
Quattro figure in k-way scuro con il cappuccio alzato, ruotano a braccia aperte, come le pale dei ventilatori sul fondo: il corpo-macchina di certe Avanguardie Storiche. Orbite, appunto.
Dervisci postdrammatici in bianco e nero.
Figure singole. L’incontro è nel fare, senza psicologia.
Stilemi del contemporaneo e del classico mescolati: schiene inarcate e sollevamenti su rumore mono-tono, mono-nota.
Assolo rotante mentre altri tre danzatori si asciugano il sudore ai lati, a vista: viene in mente l’Arlecchino con Ferruccio Soleri.
Perché quelle luci? Perché quegli oggetti sparsi, alla fine? Perché loro nudi?
Un Egon Schiele ricoperto di zucchero a velo.
MARLENE MONTEIRO FREITAS, Guintche, <Lavatoio>, ore 20.30 (50’)
Sacco da boxe, macchina del fumo, tappeto azzurro, luci a lampi, musica malinconica.
Poi, di colpo.
Ritmo di tamburi.
Burlesque mostruoso.
Una meravigliosa pazza, molto espressiva.
Fin troppo?
Spuntano scimmie, handicappati, addolorati.
Altro da sé feroce. Feroce sé.
Auto-abbruttimento.
Corpo che si auto-costringe.
Un Egon Schiele pulp.
Cerchi sui palmi delle mani, all’improvviso: Corpo teatro.
Sequenza senza musica, solo (solo?) respiri sonori.
Performance o danza? Tra body art e Marilyn Manson? Tassonomia necessaria?
LA RE-SENTIDA, La imaginación del futuro, <Hangar Bornaccino>, ore 22.00 (1h 40’)
Molti segni, tutti assieme.
Molti medium, punti focali.
Controscene a go go! Un attore con la testa da scimmione fa le pulizie mentre altri fanno a botte.
Allende in lavatrice. Poi steso ad asciugare. A respirare.
Lingua è sistema di significanti, prima che di significati.
Volto piangente disegnato con nebulizzatore di acqua spray su fondale: questa immagine vale tutto lo spettacolo.
Una quantità di invenzioni, a volte più organiche, altre meno.
Ritmo!
Non poter fare altro che questo.
Un buon esempio.
Necessità.
Necessità.
MICHELE PASCARELLA