Bronson Produzioni e BPM Concerti sabato 19 e domenica 20 luglio uniscono le forze per una due giorni sulla spiaggia dedicata alla musica italiana. A una leggenda della recente storia indie come i Massimo Volume si affiancano quattro nomi emergenti ma ormai lanciati, come i giovanissimi forlivesi M+A, reduci dall’esperienza sul palco centrale del festival più importante del mondo, Glastonbury, Mario Conte, Maria Antonietta e i Foxhound.
Dopo il lungo stop, il ritorno sulle scene, la ripartenza vera e propria. Il primo di ottobre del 2013 è uscito il nuovo disco dei Massimo Volume. Si chiama “Aspettando i barbari” ed è su etichetta per La Tempesta, mentre la
versione in vinile è curata da Tannen Records.
“Aspettando i barbari” arriva a tre anni da “Cattive abitudini”, il disco che aveva segnato il ritorno dei Massimo Volume dopo oltre un decennio senza nuovi album. E, se possibile, è ancora più bello.
I Massimo Volume si sciolgono agli inizi del 2002 dopo dieci anni di carriera e una manciata di dischi imprescindibili. Dopo sei anni di pausa, nel 2008 i Massimo Volume accettano di tornare a condividere la loro musica. Due grossi eventi siglano questo rientro sui palchi italiani: la partecipazione al Traffic Festival nella serata condivisa con Patti Smith e Afterhours e la sonorizzazione de “La Caduta Della Casa Degli Usher”, suggestivo progetto realizzato per conto del Museo del Cinema di Torino e messa in scena (sempre a Torino) alle Officine Grandi Riparazioni (OGR). Emidio Clementi pubblica per Rizzoli, nel febbraio 2009, il suo nuovo romanzo “Matilde E I Suoi Tre Padri” e tre mesi dopo esce, sempre su Unhip, il secondo album solista di Egle Sommacal, “Tanto Non Arriva“. I ritrovati Massimo Volume, ripresa la strada on the road, non si sono limitati ad attraversare l’italico stivale in lungo e in largo, ma hanno concretizzato tale nuova esperienza registrando “Massimo Volume Bologna Nov. 2008”, il loro primo album live uscito su etichetta Mescal il 28 agosto 2009. Nel 2010 i Massimo Volume hanno realizzato il nuovo album di inediti “Cattive Abitudini” che è stato accolto dai fans e dalla critica in maniera entusiasta. La band a seguito delle ottime vendite dell’album e delle numerose e acclamate date del tour si sono aggiudicati numerosi premi, tra i quali nel 2011 il “Best Live” dal circuito di Club Keepon Musica dal vivo, miglior album dalla critica musicale italiana al MEI 2011. Nel 2012 i Massimo Volume sono stati invitati a suonare al prestigioso Tanned Tin Festival a Castellon de La Plana (Spagna) insieme a numerose altre band internazionali.
Mario Conte è il classico musicista/sperimentatore che sta un passo indietro, ma determina il suono che stai ascoltando. È un ricercatore che si muove dentro e fuori la musica elettronica. È un artigiano acustico che ama e vive di avanscoperte. Ha lavorato con Panoramics, Technophonic Chamber Orchestra, Colapesce, Atari Alfio Antico, Abudllah Chaddeh e soprattutto con Peppe Barra e Meg, connettendo il suono popolare di una musica senza tempo a quello, sempre popolare, della musica del presente. Terra e dancefloor, radici e corpi. Nel 2008 ha fondato il collettivo Phone Jobs, nel quale insieme ad altri musicisti ha iniziato un percorso di riciclo creativo di oggetti elettronici come i telefoni cellulari, riutilizzati per comporre ed eseguire musica. Una sperimentazione da cui è scaturito uno spettacolo interamente eseguito con iPhones ed una “serie limitata” di show con Meg (Meg Vs Phonejobs – Psychodelice Show 2.0), dove i Phone Jobs remixavano live i brani dell’artista napoletana.
Infine nel 2011 ha fondato insieme a Alessandro Quintavalle e Luca Reale un’etichetta, Zoff82, la stessa che oggi pubblica il suo primo disco in solitario, “Overtones” in collaborazione con l’etichetta tedesca Attenuation Circuit (che curerà un’uscita in serie limitata su CDr).
Alessandro Degli Angioli (25 anni) e Michele Ducci (22 anni), ovvero M+ A, vengono da Forlì. Dopo gli esordi intimisti da Mùm di Romagna, nel nuovo “These Days” hanno sfoderato un sorprendente potenziale electro-pop d’autore tra Phoenix e rimandi r’n’b e caraibici. Distribuiti dall’etichetta inglese Monotreme, stanno spopolando in Europa e in Giappone, con recenti partecipazioni a festival in Inghilterra, Olanda e Belgio. E il 29 giugno il duo si è esibito su uno dei palchi grandi del Glastonbury Festival, storica rassegna nel Somerset. “Abbiamo vinto semplicemente un contest”, dicono. Ma sono già nella storia.
La pesarese ex Young Wrists Maria Antonietta è un giovane talento della canzone d’autore, eroina riot folk dal fare timido e la voce da tigre. Dopo il primo album, l’oramai cult “Marie Antoinette Want To Sucks Your Young Blood” – centinaia di recensioni in giro per il web – eccola alla prova del secondo lavoro omonimo in cui canta ora in italiano Pubblicato da Picicca dischi sotto la direzione artistica di Dario Brunori (Brunori Sas), il disco è stato entusiasticamente accolto dalla stampa specializzata e non. Canzoni brevi, brucianti e nessuna parafrasi fanno di Maria Antonietta l’erede della migliore Loredana Bertè o la versione italiana di una certa Courtney Love che sa però miscelare alchemicamente grandi ardori fulminanti con momenti distesi e contemplativi.
I Foxhound sono quattro ragazzi di vent’anni di Torino, e quest’anno hanno avuto l’onore di rappresentare l’Italia al prestigioso Primavera Sound Festival di Barcellona. Il loro primo album si chiama “Concordia”, rock indipendente, un po’ punk, a tratti post, ma sempre e comunque indie: chitarre tagliate, cassa dritta, riffoni grezzi, e qualche abbellimento superficiale giusto per dare un po’ di colore al tutto. Insomma, la declinazione nostrana più fresca e interessante di un genere solitamente appannaggio dell’Inghilterra (Arctic Monkeys e Kaiser Chiefs, per fare un paio d’esempi).
19 e 20 luglio, Marina di Ravenna, Hana-Bi, viale della pace 452G , info: 333 209 7141, bronsonproduzioni.com