Usare il mondo come apriscatole

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Mohamed Ba
Mohamed Ba
Mohamed Ba

Usare il mondo come apriscatole: ho rubato questo titolo a Peter Brook. Il celebre regista lo utilizzò nel racconto del suo viaggio teatrale in Africa, partito il primo dicembre 1972 e durato tre mesi. Mi torna utile, ora, per suggerire una possibile lettura delle due nuove proposte interculturali del Teatro Due Mondi. Dal 26 al 30 marzo sarà a Faenza l’attore, scrittore e mediatore culturale senegalese Mohamed Ba. Molte le attività in programma: presentazioni di libri e film, incontri con le scuole, lo spettacolo Invisibili e un laboratorio teatrale «volto ad indagare, approfondire, far emergere e comunicare i valori della diversità etnica-culturale nel contesto delle discipline artistiche».

Mohamed Ba
Mohamed Ba

Dal 2 al 13 aprile, invece, è la volta di Giving voice, un workshop internazionale frutto dell’esperienza che il Teatro Due Mondi ha maturato negli ultimi anni lavorando gomito a gomito con gruppi di migranti e rifugiati. Venti partecipanti di undici nazionalità diverse «si incontreranno per apprendere, attraverso il teatro, nuove tecniche per l’alfabetizzazione degli stranieri, partendo dall’idea che essa non richieda solo la padronanza degli strumenti di lettura e scrittura, ma anche l’integrazione in un contesto sociale». Si può certo tornare al Peter Brook “africano”: «Un gruppo di persone provenienti da varie parti del mondo si era messo in viaggio per scoprire se, grazie a una particolare forma chiamata teatro e senza una lingua comune, fosse possibile stabilire un contatto umano». Perfetto, ancora.

 

MICHELE PASCARELLA

 

Faenza (Ra), Casa del Teatro, Info: 0546 622999, teatroduemondi.it

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Per lavoro: ufficio stampa e comunicazione di progetti artistici e culturali. Per passione: critico e studioso di teatro, danza e arti visive. Curioso di altre arti. Camminatore. Collaboro con Gagarin dal 2012: interviste, presentazioni, recensioni, in alcuni periodi ho anche distribuito la rivista cartacea in giro per la Romagna. Quello che mi piace di Gagarin: la varietà, la libertà.