Till è un mio amico del liceo che, dopo molto girovagare per il mondo, ha trovato la sua dimensione nella Thailandia del sud. E’ venuto qui per la prima volta quasi 10 anni fa, uno zaino in spalla, come tanti prima e dopo di lui. Da istruttore di sub ha potuto trovare facilmente lavoro nelle acque cristalline del Sud Est Asiatico, e dopo varie esperienze, gli eventi lo hanno portato a Krabi. Poi, come nella maggior parte delle storie, si è innamorato di una ragazza del posto, dopo qualche tempo si è sposato, e oggi i due vivono, con il loro bimbo di 5 anni, in una cittadina turistica accanto a Krabi. Sono passati molti anni dalla prima volta che, dopo aver sentito la felice notizia dei novelli sposi, mi ero ripromessa “l’anno prossimo vado a trovarlo” ed oggi, finalmente, eccomi qui, seduta sotto il suo portico, a gustare una deliziosa cena thai insieme alla sua bella famiglia.
Arrivate in Thailandia, ci siamo subito rese conto che, a differenza delle nostre precedenti esperienze in India, lo scambio culinario sarebbe stato una bella sfida, dato che la maggior parte della gente, anche nei posti più turistici, semplicemente non parla inglese. Per questo motivo, ho deciso di “approfittare” di Till e di avere un inizio un po’ più in discesa coinvolgendo il mio vecchio amico e facendo diventare lui e sua moglie Boom parte del nostro diario di viaggio. Appena abbiamo parlato loro di mattarello(a)way, abbiamo scoperto che Boom non solo ama molto la cucina, ma è anche un’ottima cuoca. Si è mostrata più che felice di insegnarci alcuni piatti tipici thailandesi in cambio di un piatto di pasta italiana fatta in casa. «Cosa vi piacerebbe imparare?», ci ha chiesto immediatamente. In quel momento siamo rimaste imbambolate, ci siamo guardate più volte l’un l’altra, realizzando in quel preciso istante che non ne avevamo idea! Eravamo talmente nuove alla Thailandia e alla sua cucina, da non saper da dove cominciare. Tutto quello che ci è venuto in mente è stato un must della cucina thailandese: la Tom Yum. È una zuppa chiara, agra e piccante. Queste due note prevalenti derivano da un lato dalla combinazione di citronella, foglie di kaffir lime e succo di lime, dall’altro dall’onnipresente peperoncino – se è possibile qui i piatti sono ancora più piccanti del sud dell’India. Nella zuppa si possono aggiungere vari tipi di carne o di pesce, a seconda delle preferenze, ma una delle versioni più famose è la Tom Yum Kung, ovvero con i gamberi.
Quindi la sera stessa avremmo mangiato thai e l’indomani italiano. L’accordo era fatto. Così, nella piccola e accogliente cucina di Boom, ci siamo trovate a studiare alcune di quelle verdure strane, che avevamo già visto e su cui ci eravamo interrogate anche al mercato di Bangkok. Scopriamo subito che uno delle spezie più caratteristiche e presente in molti piatti thailandesi è il kaffir lime, o foglie di combava, dal colore vermiglio e la forma a cuore arrotondato. Basta dare un morso ad una foglia, per riconoscere la nota gradevolmente aspra, che è presente in ogni piatto che ho assaggiato finora. È davvero gratificante riuscire ad identificare finalmente qualche ingrediente sconosciuto!
Ricordo che una delle prime volte che ho assaggiato la Tom Yum, anche se ero molto lontana dalla Thailandia, avevo trovato il suo sapore complesso molto misterioso, e ho sempre pensato fosse uno di quei piatti che necessitano ore, se non giorni, di preparazione. Invece, mentre seguo il processo di cottura da dietro il mio obiettivo della fotocamera, aspettando paziente il passo successivo, vedo Boom spegnere il fornello e andare a prendere alcuni piatti. La seguo, pronta a scattare le foto del prossimo passo, quando lei, ridendo, annuncia: «Oh, ma questo è tutto. La Tom Yum è pronta. Possiamo andare a tavola».
In meno di 20 minuti la gustosissima e profumatissima zuppa è bella e che servita. Non ci posso credere. Mi volto verso Candi per assicurarmi che abbia annotato tutti i dettagli della preparazione, ma soprattutto per avere conferma «That’s it?» «Pare proprio di si», mi risponde scuotendo le spalle.
Boom prepara qualche altra delizia in un batter d’occhio. Spegne definitivamente i fornelli e usciamo dalla cucina. Till ci chiama e dice di seguirlo fuori: ha preparato il tavolino per la cena, non in salotto, ma sotto un portico in legno rialzato, piazzato in mezzo al giardino. Ci spiega che la maggior parte delle case, qui nel sud della Thailandia, ha questo spazio, un patio potremmo definirlo, staccato dalla casa. Qui tutti quelli del vicinato (in questo gruppo di case abitano 6-7 famiglie) possono usarlo per mangiare con parenti e amici o farsi un sonnellino nel primo pomeriggio. Un paio di stuoie colorate intorno a un tavolo basso, un ventilatore per dare sollievo durante le serate calde, e il gioco è fatto: un salotto “outdoor” dove mangiare e chiacchierare in compagnia. Che bell’idea!
Così, rinfrescati da un ventilatore e una bevanda ghiacciata, eccoci davanti alla nostra prima cena Thai fatta in casa. E che cena deliziosa!