La mia colazione preferita: chutney di cocco!!
Eravamo alla ricerca di un posto tranquillo dove raccogliere le idee e le ricette sperimentate sinora, e così le indagini di Sanja su internet ci hanno portato a Muhamma.
Appena arrivate ci siamo rese conto che nessuno nella piccola cittadina sapeva indicarci dove si trovasse la nostra guesthouse e questo ha provocato un piccolo dilemma (non senza nostra preoccupazione) tra i locali venuti in nostro aiuto. Il conduttore del rickshaw ha fermato una signora in motorino, la quale ha chiamato il venditore di bibite a lato della strada, il quale ha cominciato a telefonare a qualcun altro. Nessuno si è allontanato o è tornato alle proprie faccende (come sarebbe capitato a chiunque chieda informazioni in Italia o in Europa dove un “non so” sarebbe stata la normalità), ma tutti hanno collaborato dandoci una mano, passando con noi quei 15-20 minuti di totale “ma dove cavolo siamo arrivate?!” e “questo posto non esiste!”… invece le varie telefonate ad amici di amici devono aver fatto effetto perché, a un certo punto, è arrivato sulla sua moto Santosh, il proprietario di “Breezeland”, dove in teoria abbiamo prenotato.
Santosh non ha ricevuto la nostra prenotazione, per cui non è preparato per il nostro arrivo… e tanto meno la casa! “Sorry, Madam” e ci spiega che la stagione per lui inizia solitamente tra un paio di mesi. Deve dare una spolverata, sistemare la camera, ma ci promette che in qualche ora sarà tutto pronto e ripete sorridente “Don’t worry, madam”.
Beh, un filo di preoccupazione inizia ad insinuarsi: siamo sole, siamo le uniche ospiti. Qui in mezzo al niente, anzi no, in mezzo a palme e risaie, siamo sole… “Del resto volevamo la tranquillità! No?” dico a Sanja, cercando di sollevarle il morale, ma lei continua a guadarmi perplessa.
La vista però dal retro della casa è magnifica. Le risaie tutte attorno sono di un colore verde brillante, un piccolo canale con le ninfee delimita il giardino e tutto attorno si possono vedere, senza alcun appostamento, varie specie di uccelli. E’ veramente bellissimo.
Santosh ci dice anche che volendo può cucinare per noi – del resto ristoranti a meno di qualche chilometro non ne ho visti – e sottolinea “sono specializzato nelle colazioni”.
Per non stressarlo ulteriormente con la nostra presenza -“tomorrow everything will be perfect” continua a ripeterci- decidiamo per una passeggiata nel villaggio. Tante case immerse nel verde delle palme e dei banani sono collegate da piccole stradine. Diversi canali sfociano nel lago distante da qui solo qualche centinaio di metri.
La nostra passeggiata è una delle esperienze più belle che mi siano capitate sinora. Nessuno qui è abituato a vedere turisti, per cui tutti ci salutano. La mamme sedute fuori dalle porte di casa intente in qualche lavoretto chiamano i bambini, come a dire “venite a salutare le ospiti!” e i bambini ci corrono incontro, molti felici di mostrare l’inglese imparato a scuola ” how are you?” ” what’s your name?”, altri che sono talmente emozionati da non riuscire quasi a parlare, con il nome che esce balbettando dalla bocca, per la troppa agitazione.
E’ tutto un “Namaste”, un “how are you”, un oscillare il capo come fanno gli indiani che subito ti sorridono di ritorno compiaciuti. Mai provata prima una accoglienza simile.
Purtroppo a casa abbiamo perso da tempo l’abitudine di salutare la gente per strada… chissà perché ci si ricorda solo nelle passeggiate in montagna. Dovremmo tornare a farlo più spesso, allarga il cuore.
Dopo una notte non priva di emozioni quasi in mezzo alla natura, al nostro risveglio Santosh ha pulito e sistemato tutto il giardino, spazzando via le foglie, appendendo un’amaca vicino al canale e sistemando due sedie di vimini sotto un ombrellone rosso acceso. E la colazione è pronta.
Questa diventerà la mia colazione preferita idli (o dosa) con chutney di cocco.
Solo al pensiero mi torna la acquolina in bocca. Il sapore non è né dolce né salato, è la via di mezzo perfetta. Dolcezza del cocco, mitigata dalla foglie di curry che hanno un velato retrogusto amaro, la lieve piccantezza del ginger e la varietà di sfumature di sapori delle altre spezie!
“Questa ricetta, Santosh, me la devi insegnare”… e così è.
Ecco la ricetta.