A un primo sguardo Dispensa sembrerebbe un’impresa folle. In piena crisi editoriale una rivista quadrimestrale, interamente dedicata al cibo, stampata su carta biologica ricavata dagli scarti di frutta e noci, con articoli lunghi, senza pubblicità, distribuita solo in locali e librerie, a pagamento. «In controtendenza, ma di tendenza», gioca con le parole Martina Liverani, direttrice, che della scrittura e della passione per il cibo ha fatto una professione. Oltre ad essere autrice dal 2011 del blog curvyfoodiehungry.it – dove racconta di un mondo femminile burroso, orgogliosamente contro la taglia 38 – Martina collabora con diverse riviste: Vogue, Style.it, huffingtonpost.it, Dissapore, Artribune. Vanityfair.it e ha pubblicato due libri 10 Ottimi motivi per non cominciare una dieta (Laurana) e il romanzo Manuale di Cucina Sentimentale (Baldini&Castoldi) una storia di amicizia e cibo.
La direttrice di Dispensa è nata a Brisighella, paesello arroccato sulle colline romagnole, ed è cresciuta nel negozio di generi alimentari dei genitori, luogo pieno di sapori, odori, punto di incontro e di chiacchiere come erano gli «spacci» una volta. Dispensa è nata così: per raccontare di piatti, di alimenti, di prodotti, di qualità, ma sopratutto di persone, punti vista e passioni.
Il numero 0 è stato presentato lo scorso dicembre. All’interno un comun denominatore fatto dalle storie di uomini che hanno incontrato la cucina solo in un secondo momento della propria vita e solo dopo avere rinnegato le loro prime professioni: il farmacista nel caso di Yoji Tokuyoshi, sous-chef dell’Osteria Francescana, il pianista nel caso di Sasu Laukkonen, uno dei migliori chef della Finlandia, l’economista nel caso di Niko Romito di Castel di Sangro e l’elettricista nel caso di Bittor Arginzoniz. Ma in realtà i livelli di lettura sono tanti e ognuno di questi sofisticati palati racconta il proprio legame ancestrale con il senso del gusto, descrive il proprio gioco di ossessioni e ripesca attraverso il cibo ricordi di atmosfere famigliari. E infine due alimenti come il latte e le ostriche diventano la madeleine da cui partono i racconti le suggestioni di non addetti ai lavori come critici d’arte, scultori, storici e antropologi alimentari, giornalisti, consulenti di comunicazione teatrale.
Dispensa è una rivista tattile, sensoriale, corredata da splendide fotografie, una rivista da gustare lentamente, da leggere come un romanzo, che ha fatto una scommessa credendo nella qualità e nella indipendenza da forzature ed esigenze pubblicitarie.
Il mondo è quello dei gastrofissati, come li definisce Martina. «Il cibo oggi è società, moda, letteratura, ma anche una psicosi collettiva. – spiega – Dispensa vuole essere una rivista con la r maiuscola. Un food magazine che si distingue e punta sulla qualità. Un messaggio di speranza in un momento in cui il giornalismo è per lo più comunicazione e velocità».
Il prossimo numero esce a marzo. Ora la redazione è a Milano, ma il sogno di Martina è di spostarla in Romagna dove, ci confessa, succedono sicuramente le cose più interessanti.
STEFANIA MAZZOTTI
DISPENSA
Generi Alimentari e Generi umani
Editrice Pliniana
dispensamagazine.com