Per alcuni c’è un’unica irrinunciabile tradizione natalizia: il concerto al Bronson. Il locale di Madonna dell’Albero è in effetti il solo, nella notte più fasulla dell’anno, a spalancare le porte agli affamati di rock. Praticamente un centro d’accoglienza per malati di musica.
Quest’anno sul palco del club saliranno i Diaframma di Federico Fiumani. E c’è qualcosa di clinico nella scelta. Il gruppo di Federico Fiumani si è trasfigurato nel tempo in una reliquia del rock indipendente: senza casa discografica, senza etichette (in ogni senso), spinto soltanto dal motore inarrestabile della passione che lo porta ininterrottamente a calcare i palchi più marci della penisola. Fuori insomma da ogni retorica e tradizione italiota.
C’è per l’occasione un nuovo album intitolato “Preso nel vortice”, diciasettesimo della carriera, che vede la partecipazione di una bella fetta del rock italiano di ieri e di oggi: Max Collini (Offlaga Disco Pax), Enrico Gabrielli (Calibro 35), Gianluca De Rubertis (Il Genio), Alex Spalck (Pankow), Marcello Michelotti (Neon).
C’è una ristampa deluxe vinilica celebrativa dei trent’anni dall’uscita di “Siberia”, debutto a 33 giri entrato da tempo nella storia del rock italiano. C’è soprattutto Federico, invulnerabile al tempo e alle mode e per questo eterno.
Ho visto per la prima volta dal vivo Federico nel 1991 a Forlì, lui aveva già alle spalle una carriera da protagonista negli anni ’80 e due album pubblicati per la Ricordi nei ‘90. I miei occhi adolescenti lo percepivano come un uomo adulto e maturo, e invece aveva appena trent’anni, un ragazzo, poco più. Ad ascoltarlo, in una notte sottozero di gennaio, saremo stati forse cento. Lui cantò, suonò, sudò e forse sanguinò come davanti a centomila. Da allora ho perso il conto delle volte che l’ho visto attaccare il jack e violentare la chitarra come se non ci fosse un domani. Ma c’è chi sta peggio di me, giuro. Persone che partono da Novara, Bergamo, Roma o Milano per non perdersi una sola data ovunque essa sia. Perché sanno che ogni concerto sarà diverso da quello della sera prima e, per un motivo o l’altro, nel bene o nel male, indimenticabile.
Tutta gente adulta che a Babbo Natale non crede più da un pezzo e che la letterina l’ha scritta al Bronson. Da parte mia e loro grazie per averla esaudita.
GIANMARCO PARI
25 dicembre, Ravenna, Madonna dell’Albero, Bronson, via Cella 50. ore 22, info: 333 2097141, bronsonproduzioni.it