“… disegnare è un modo di conoscere… La mia mano dovrebbe essere una sorta di sismografo che dà corpo alle tracce lasciate dal percorso dell’immaginazione. Guardando una cosa si scopre tutto un materiale interno, e da queste relazioni prima sconosciute, nascono delle alterazioni di forme…”. Queste alcune delle affermazioni di Valerio Adami, artista ed intellettuale, dal percorso internazionalmente riconosciuto, a cui il MAR di Ravenna dedica un’interessante mostra. Dipinti di grandi dimensioni, acquarelli, disegni e mosaici raccontano uno spaccato del suo percorso artistico, troppo facilmente messo in correlazione con le tante versioni di Pop Art, ma che in realtà mostra una stretta correlazione con la tradizione europea del segno, del disegno, del mito riattualizzato e rievocato. I suoi soggetti appartengono alla quotidianità borghese: tavoli, camere di hotel, poltrone, bagni, lavandini, radiatori, tende, sono i protagonisti della scena, mentre la figura umana è spesso evocata, è una presenza silenziosa, che si avverte. Questi moderni interni metafisici ci portano a riflettere su un racconto nuovo, fatto di colori essenziali e piatti, di forme rigorosamente chiuse in quello che il curatore, Claudio Spadoni, definisce un “particolarissimo cloisonnisme”, “…che rinserra figura umana e paesaggio in un’unità strutturale di spazio-tempo, come nella tragedia classica, nel trapassare dal motivo dichiarato ai suoi molteplici rimandi, alla sua complessità allegorica, riafferma dunque l’assolutezza di una forma fomentatrice di sempre ulteriori sviluppi e significazioni”. Una narrazione attenta alle forme, al colore, con implicazioni allegoriche sofisticate e ricercate, dove l’immagine diviene profonda riflessione sui miti contemporanei.
Fino all’8 dicembre, Ravenna, “Valerio Adami. Allegorie”, MAR, via di Roma 13, info: www.museocitta.ra.it