Riceviamo e pubblichiamo integralmente questa preziosa “chiamata”, con la volontà di dare voce a chi, ancora, strenuamente si oppone a quella “società dello spettacolo” che Guy Debord preconizzava nel ’67. A chi, senza lasciarsi troppo scoraggiare dall’odierno sfacelo, rimette in circolo dal “basso” la necessaria lezione dei Padri Fondatori del primo Novecento teatrale (da Stanislavskij a Mejerchol’d, da Craig a Brecht, da Copeau ad Artaud), per i quali occorreva “rifare” non solamente il teatro, ma l’intero essere umano.
F.A.C.K. invita alla temporanea sospensione della pratica artistica/teorica/curatoriale/spettatoriale per ritrovarsi e interrogarsi sul fare artistico nella nostra società segnata da una crisi profonda. Ripartiamo dall’interrogativo “Quale uscita radicale?” Durante la scorsa edizione di F.A.C.K. ci siamo interrogati sul senso del nostro fare in relazione alla situazione politica ed economica che devasta il nostro stare al mondo. Abbiamo aperto un dibattito che non è stato in alcun modo concluso. Il tempo per le parole e i pensieri non è bastato. In questi mesi alcuni di noi hanno proseguito la discussione ed è nata la necessità di un confronto più aperto e ampio per capire se il disagio comune a molti può portare a un cambio di paradigma condiviso o strettamente individuale. Gli interrogativi ora sono: quale uscita? quale arte?
«Prendiamo la politica: perché non interroga finalmente la vita delle persone? Non la vita biologica, la nuda vita, che oggi è continuamente in questione nei dibattiti spesso vani sulla bioetica, ma le diverse forme di vita, il modo in cui ciascuno si lega a un uso, a un gesto, a una pratica. Ancora: perché l’arte, la poesia, la letteratura, sono museificate e relegate in un mondo a parte, come se fossero politicamente e esistenzialmente irrilevanti?» (Giorgio Agamben)
Le trasformazioni della società hanno condizionato e plasmato finora i linguaggi artistici dominanti e i sottostanti modelli produttivi. Il mito modernista dell’”autonomia” dell’arte è stato un prodotto della nascente società borghese (capitalista) e l’espressione dei suoi interessi ideologici ed economici. Anche i fenomeni ribelli – le varie avanguardie – che sperimentavano linguaggi e modelli alternativi, nella maggior parte dei casi sono stati catturati dal sistema istituzionale, oppure del tutto emarginati. Nel devastante panorama attuale stanno d’altra parte nascendo alcune inedite esperienze culturali dove si sperimentano nuovi modelli di collettività, di auto-organizazzione, di autoproduzione, in forte contrasto con il paradigma dominante. Questi nuovi (micro)contesti socio-culturali saranno in grado di generare una prassi artistica radicalmente diversa, o anche essi verranno catturati o emarginati? O sta forse (finalmente) diventando possibile un’altra arte, fatta dalle persone (artisti o non), per le persone (spettatori o non) e nel solo interesse delle persone? Un’arte non solo realmente svincolata dai vari interessi economici e ideologici – e in questo senso veramente autonoma/indipendente – ma anche e soprattutto capace di influenzare, fino a trasformarla, la moderna società basata sul profitto e sul predominio, sullo sfruttamento e sull’esclusione.
Il 30 novembre e il 1 dicembre F.A.C.K. si incontra pubblicamente all’Ex Macello di Cesena, e invita tutti quelli che operano nel campo dell’arte e della cultura, come anche tutte le persone interessate, a intervenire (o semplicemente a essere presenti) nella riflessione. L’incontro adotta una modalità aperta e a cerchio. Chi desidera intervenire può confermare la partecipazione tramite la e-mail di F.A.C.K.
F.A.C.K. è una piattaforma-evento collaborativa e aperta, autoprodotta e autogestita dagli artisti, dai teorici e dai tecnici che vi partecipano,creata per interrogarsi sul sistema dell’arte e sulla società contemporanea e per sperimentare nuovi modelli di organizzazione e produzione nelle arti performative e visuali. Attraverso la pratica e la discussione F.A.C.K. vuole riflettere sui cambiamenti sociali in atto e sulla posizione da prendere nella crisi trasversale attuale. Nel 2012 e 2013 sono state realizzate edizioni della durata di circa 15 giorni, che hanno incluso dibattiti, performance, concerti, laboratori, video proiezioni e mostre, con la partecipazione di artisti, e teorici italiani e stranieri.
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Siate curiosi, siate coraggiosi: spargete la voce, e fatevi avanti.
MICHELE PASCARELLA