Gentile dottoressa,
da sempre sono curiosa dei meccanismi scientifici dell’amore, e quanto incide la nostra mente sul sentimento e viceversa. Il dubbio che le pongo è questo: come fanno alcuni ad affermare «lui/lei è l’uomo/donna della mia vita?». Conosco coppie che con ostentata sicurezza fanno queste dichiarazioni, persone che hanno lasciato il/la loro compagno/a di relazione decennale a causa dell’incontro con il/la loro uomo/donna ideale, altri che hanno avuto diverse relazioni, ma con sempre ben presente chi sarebbe stato il/la loro compagno/a della vita… romanzi epici-cavallereschi di tal sostanza insomma. In mezzo a tutto ciò, mi sento cuore di ghiaccio, perchè sì, ai tempi da 18enne, con il colpo di fulmine ricambiato che mi capitò con il mio ex (con il risultato di passare parte della nostra vita completamente lessi) forse lo potevo anche pensare, ma ad oggi, da quasi 30enne, nonostante comunque esperienze molto positive a livello sentimentale a tutt’ora, non riesco proprio ad affermare/pensare/credere in questa rivelazione «ohi! ma è lui/lei il mio/a uomo/donna della mia vita!».
L.
Cara L.,
l’uomo perfetto o ideale (così come pure la donna) non esiste, nessuno di noi avrà mai tutte le caratteristiche che il nostro compagno desidera e il nostro compagno quelle che noi richiediamo.
Per rispondere realisticamente alla tua domanda è necessario forse, sfatare quel mito del principe azzurro con cui ancora oggi vengono educate le bambine e della femme fatale dipinta ai maschietti. Ovviamente la ricerca di tali modelli stereotipati ma quotidianamente riproposti dai mass media rischiano di creare una moltitudine di coppie insoddisfatte, alla costante ricerca di un utopistico quid pluris che non sembrano riscontrare nel compagno che hanno accanto.
La ricetta della persona ideale non si ritrova nella marcatura del Dna né tantomeno nei neurotrasmettitori a livello cerebrale. Non sentirti un cuore di ghiaccio, sei semplicemente realista. Capire se si tratti della persona giusta è un duro lavoro che passa spesso attraverso molteplici prove ed errori, come un vero e proprio esperimento scientifico in cui però la variabile determinante – il sentimento – risulta quella senza dubbio più complessa da controllare. La persona ideale dunque, non è quella che risponde ai nostri canoni estetici preferiti né tantomeno quella ritenuta perfetta per noi da genitori, amici o parenti. Il compagno che può essere per la vita è quello con cui si vede la vita allo stesso modo, con cui si concordano i principi attorno cui fondare una vita in comune e gli obiettivi da raggiungere. Come capire queste poche ma complesse caratteristiche? Non esiste alcun incantesimo da fiaba purtroppo, ma suddetto scopo è perseguibile solo attraverso tanto dialogo, forse proprio uno dei pilastri sacrificati per lasciare spazio ai ritmi frenetici di oggi.
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