Il piano di Evan Lurie è la parte lirica dei Lounge Lizards. Lui insieme al fratello John fondarono il gruppo alla fine degli anni ’70 a New York. Band straordinaria e d’avanguardia per la portata creativa e innovativa che ha saputo unire il bebop, a punk rock e new wave. Non poteva essere diversamente. A fianco dei Lurie c’erano mostri sacri come Marc Ribot, Arto Lindsay, Steve Piccolo. Se John è la figura più innovativa, ironica e creativa del gruppo, Evan rappresenta l’anima latina. Il suo piano, seppure suonato in modo sperimentale, è capace di creare atmosfere melodiche che portano direttamente in Argentina e in Italia. Ricordiamo in The magic of Palermo nell’album No Pain for Cakes dei Louge Lizards, una fanfara scritta da lui, nera e sincopata dove il bebop si mescola a suggestioni meridionali. Oppure l’album The River (1990) dove Evan mette in piedi un quintetto da camera con alla chitarra Ribot e al bandoneon un 60enne argentino per eseguire brani ispirati alla tarantella. Pecies of Bandoneon uscito nel 1989, ispirato al tango, è forse l’album più famoso, anche se ormai è introvabile. Lo abbiamo ascoltato e riascoltato in un’audiocassetta registrata, purtroppo rubataci insieme all’Arbre Magique in una vacanza a Napoli. È lo stesso album che ha folgorato sulla via di Damasco Vinicio Capossela e Roberto Benigni. Il primo ha chiesto a Evan di produrre Il Ballo di San Vito, mentre il secondo lo ha scelto come autore della colonna sonora del Piccolo Diavolo, Jonny Stecchino e Il Mostro. Evan Lurie suona a Strade Blu da solo con un pianoforte a coda, all’interno dello stesso festival che anni fa ha visto Marc Ribot esibirsi insieme a Vinicio. E così un piccolo cerchio si chiude. (stefania mazzotti)
6 settembre, Evan Lurie, Strade Blu, Faenza, Museo Carlo Zauli, via della Croce 6, ore 21.30, info 3200 374633, stradeblu.org