Sono grandi e allo stesso tempo fragili le 16 grandi sculture in terracotta di Arturo Martini esposte a Palazzo Fava, a Bologna, fino al 12 gennaio.
Tra il 1928 e il 1932 Arturo Martini conosce il momento più vivo della sua creatività e realizza una serie di grandi sculture in terracotta.
In quegli anni vive a Vado Ligure dove ha la possibilità di modellare e foggiare i pezzi direttamente nei grandi forni dell’ILVA.
Solo in questo modo riesce a realizzare questo gruppo di opere in argilla rossa e cave al suo interno in cui la tecnica diventa il tratto attraverso il quale veicolare il contenuto emotivo dell’opera.
Nelle splendide sale affrescate di Palazzo Fava le sculture appaiono, in un allestimento volutamente essenziale, come anime sole, tormentate e allo stesso tempo sensibili e dolci. Tremolanti “creature”, come le definiva lo stesso artista e come recita il titolo della mostra “Creature il sogno della terracotta” a cura di Nico Stringa, storico dell’arte e punto di riferimento per gli studi critici su Martini.
Le terrecotte appartengono a quello che è stato definito “il periodo del canto” dell’artista. In mostra è possibile vedere eccezionalmente per la prima volta in Italia, un gruppo di quattro opere conservate ad Anversa al Museo di Museo Middelheim.
Ma il tutto ha origine con “La Madre folle” prima terracotta ad esemplare unico realizzata nel 1929. L’opera è ispirata dalle tecniche a foglia etrusche e dall’iconografia del Compianto di Cristo di Nicolò dell’Arca di Santa Maria della Vita a Bologna, oltre che dall’immaginario cinematografico. Martini amava il cinema muto e tra il 1914 e il 1928 uscirono ben 3 film con questo titolo.
“Fra le grandi opere – scrive Nico Stringa – la Madre Folle si distingue perché apre la strada a veri e propri monumenti intrisi di accenti antimonumentali.”. In tutto il ciclo aggiunge: “Martini ha messo a frutto la sua ventennale esperienza di scultore ceramista, portando a compimento l’ancestrale e ricorrente mito delle origini secondo cui il creatore (l’artista) conferisce vita alla creatura (l’opera d’arte) tramite quel soffio che nel caso dei prodotti ceramici è delegato anche al fuoco dei forni. Proprio per raggiungere e mostrare questo estremo grado di identificazione, l’artista trevigiano ha lasciato da parte l’idea iniziale di riprodurre in diversi esemplari queste sculture, foggiandole invece una ad una in creta cava, per poter trasmettere al fruitore il senso di precarietà che l’esperienza estetica porta con sé, quando intenda essere interprete della vita: in una parola, il rischio della bellezza”.
Questa mostra è il frutto di una collaborazione inedita tra la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e la Fondazione del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza.
In concomitanza, una seconda mostra, a cura di Claudia Casali, dal 13 ottobre esporrà una cinquantina di opere al MIC di Faenza per completare il racconto della poetica dell’artista.
Le opere al MIC di Faenza dialogheranno idealmente con quelle a Palazzo Fava lasciando spazio a tutti i materiali da lui utilizzati (ceramica, bronzo, legno, marmo, pietra, gesso).
Di madre brisighellese, Martini frequentò Faenza, nel 1918, in congedo militare, realizzando piccole sculture in gesso, arredi ecclesiastici, disegni, cheramografie, e pubblicando il volume Contemplazioni, uno dei più importanti libri d’artista senza parole.
Per la mostra sono stati selezionati pezzi significativi del suo percorso artistico, dagli inizi più scolastici alla produzione finale più sperimentale, e relativa ai principali centri di sviluppo della sua attività: Treviso, Faenza, Vado e Anticoli Corrado, Milano, Venezia.
STEFANIA MAZZOTTI
Titolo: Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta
Curatore: Nico Stringa
Date: 22 settembre 2013 – 12 gennaio 2014
Dove: Bologna, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, via Manzoni 2
Apertura: lunedì-giovedì ore 10-19, venerdì-domenica ore 10-21
Info: 051 19936305, www.genusbononiae.it
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7
Titolo: Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà
Curatore: Claudia Casali
Date: 13 ottobre 2013 – 30 marzo 2014
Dove: Faenza, MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza), viale Baccarini 19
Apertura: martedì-venerdì ore 10-13.30, sabato-domenica e festivi ore 10-17.30
lunedì chiuso
È possibile prenotare la visita di gruppi al di fuori degli orari indicati
Info: 0546 697311, www.micfaenza.org
Ingresso: intero 8 euro, ridotto 5 euro, gruppi 5 euro
Sono previste riduzioni per biglietti integrati alle due mostre.