Uno spettro si aggira per le cucine di Romagna: il cuoco. Niente a che vedere con gli chef rockstar con parananze cariche di stelle, forchette, soli e indossate con somma eleganza sotto i riflettori tv. Si torna dietro ai fornelli. Si torna a chiamarsi e farsi chiamare: cuochi. Non è solo scelta lessicale, ritorno alla patria lingua o fastidioso tributo a un nuovo birignao politically correct della gastronomia. La scelta indica un nuovo modo di pensare la cucina e la tavola.
In Romagna lo sta facendo un gruppo, prima di tutto di amici e poi di colleghi, da qualche anno all’opera in ristoranti, trattorie e osterie del territorio. Sono in sei, per ora: Luigi Sartini (Righi), Riccardo Agostini, (Il Piastrino), Stefano Ciotti (Urbino dei Laghi), Gian Paolo Raschi (Guido), Silver Succi (Quarto Piano), Raffaele Liuzzi (Locanda Liuzzi). Tra loro stili diversi, canoni gastronomici differenti, legati però da una convinzione comune: il cuoco è un narratore. Racconta un territorio, una storia, intercetta e interpreta i bisogni delle persone e te li mette in tavola: te li fa mangiare. Scrive grazie a una grammatica fatta di materie prime e una sintassi composta di tecniche di preparazione, cottura, presentazione del piatto. Fanno del prodotto, e della cultura del saper fare che ne costituisce l’unicità, uno straordinario strumento di lavoro e comunicazione.
Una cucina che fa del rispetto per il commensale la sua ragione di essere. Dove ciò che arriva in tavola corrisponde a quello che trovi scritto sul tuo menù. La buona cucina è sempre leale. In questo panorama, nessun integralismo ma spazio alla diversità. Come si leggono libri gialli e rosa, romanzi, novelle e quant’altro, così è pure in cucina. «Se una buona carne, verdura o formaggio sta a due ore d’auto dal ristorante, la faccio arrivare da lì», spiega Luigi Sartini. Mentre alcune divagazioni creative di Raffaele Liuzzi pescano a piena mani tra ingredienti vicini e lontani. Ma senza le erbe dei campi attorno alla sua casa difficile pensare alla cucina di Riccardo Agostini, così come senza squacquerone e seppie a kilometro 0 non avremmo uno dei grandi piatti di Gianpaolo Raschi.
E a San Marino, la sera del 17 luglio, i sei cuochi in questione occuperanno la piazza più bella del Titano, il Pianello, giusto davanti al ristorante Righi. Cucineranno open air alcuni dei loro piatti, 60 euro a persona mangiare e bere compreso. Chiamano il tutto Cuochi, Fuochi, Passioni. Dichiarazione d’intenti assolutamente evidente. Di chef manco a parlarne.
17 luglio
CUOCHI, FUOCHI, PASSIONI
San Marino, piazza della Libertà, ore 20
Cena a buffet di Luigi Sartini, Riccardo Agostini, Stefano Ciotti, Gian Paolo Raschi, Silver Succi, Raffaele Liuzzi. Costo serata 60 euro a persona vini inclusi.
Info e prenotazioni: 0549-991196 info@ristoranterighi.com