Se a Roma e a Milano si propongono mostre e ricevimenti in perfetto stile Pinault per attrarre parte di quel jet-set internazionale che si è recato a Venezia per visitare la Biennale, a Bologna si è deciso di andare contro corrente e di puntare tutto su un progetto espositivo di grande qualità. Inaugurata lo scorso 11 maggio al MAMbo, Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, è un’idea che ha l’intento di promuovere una riflessione critica sul rapporto tra donne e arte, promosso da un gruppo di curatrici coordinate da Uliana Zanetti con la partecipazione di Cristiana Collu, direttrice del MART di Rovereto, e Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano. Il titolo stesso, Autoritratti, è un omaggio a Carla Lonzi che, sconfortata da un sistema dell’arte italiano in cui il punto di vista maschile dominava incontrastato, nel 1970 optò per una scelta radicale, abbandonando la carriera di critico per dedicarsi a quella di militante femminista. Dovranno passare ancora vent’anni affinché, come auspicava la stessa Lonzi, l’uomo cessi di essere per le donne «il modello cui adeguare il processo della scoperta di sé» e si colga nel loro fare artistico uno specifico femminile, una sensibilità altra rispetto a quella maschile, alla cui analisi ha dedicato la propria attività l’altra grande teorica citata nel titolo, Griselda Pollock. 42 artiste, di generazioni e provenienze geografiche diverse, confrontano il proprio lavoro nelle sale espositive del MAMbo, in un percorso che, pur non essendo – e non volendo essere – una ricognizione esaustiva dell’arte femminile in Italia o una dichiarazione perentoria di specificità di genere, permette di prenderne atto e di riconoscerla all’interno del panorama artistico degli ultimi vent’anni. (leonardo Regano)
Fino al 1 settembre, Bologna, Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, MAMbo, via Don Minzoni 14, info: 051 6496611, mambo-bologna.org