Difficile dimenticarsi l’opera di Guy Lydster, una volta vista. Poiché le sue celebri “teste”, rappresentazione figurativa dei ricordi proiettati sul volto, rimangono “scolpite” nella mente, come in un vertiginoso gioco di contrapposizioni, di forte presa emotiva. Lydster lavora con la memoria, memoria di ciò che gli occhi dei suoi ritratti hanno visto, memoria di un paesaggio vissuto che si estrinseca sui loro volti, come un diario, come un segno d’identità, nell’affermazione di un inscindibile legame con la Grande Madre Natura.
È la stessa genesi di ogni sua scultura a testimoniarlo: Lydster inizia la sua opera cercando una pietra o sasso di fiume che possa fargli da bozzetto, poi, una volta trovata la sintesi tra la forma naturale e la testa attraverso una serie di disegni di approfondimento, incide su quella sfericità (di pietra, creta, argilla o marmo) un paesaggio a tutto tondo, che diventa un ricordo primordiale tatuato su un volto umano. L’unico tratto anatomico che resta è la bocca, aperta per un respiro.
L’arte di Guy Lydster fa riferimento all’opera di Henry Moore, Constantin Brancusi e Alberto Giacometti, ovvero di autori intrisi, come lui, di naturalismo ed essenzialità. Ma in più Lydster trae forte ispirazione dall’arte primitiva dei suoi luoghi d’origine, dall’arte eschimese, da quella indiana, da quella imponente e spirituale dell’Isola di Pasqua.
Nato ad Auckland (Nuova Zelanda) nel 1955, ma presto trasferitosi con la famiglia a Vancouver (Canada), Guy Lydster nei primi anni ’80 studia all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e, finito il suo percorso universitario, decide di rimanere a vivere e lavorare in questa città.
Ora, BUDRIO gli dedica la bella mostra SHOOTING SHADOWS, inaugurata lo scorso 13 aprile e visitabile fino al 31 maggio alle TORRI DELL’ACQUA, in via Benni 1.
Orari d’apertura: tutti i mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle ore 16 alle ore 19 e su appuntamento.
Info: 051 801205 – 347 9772122, info@letorridellacqua.it